WINE&FOOD

CORTENERA

Articolo redatto per Slowine Scouting

Si sale da Gambellara, in provincia di Vicenza, su per le colline del Monte San Marco e si arriva in una piccola corte davanti ad una casetta ben tenuta, con una poiana che ti sorvola la testa, salvo poi, piano piano, accorgersi che c’è dell’altro nei cinque ettari recuperati all’abbandono. La passione per il vino, di un industriale del settore della trasformazione delle pelli, fa nascere questa azienda nel 2012 e poi la cantina nel 2013, non con l’arroganza di chi può, ma con l’umiltà di chi vuole fare bene veramente. La relazione con il mondo del vino della famiglia Ferrari è antica, ci sono tracce che risalgono al 1400 e, poi, via via, negli anni notizie di vigneti nei documenti e nelle vecchie foto. Gianluca Ferrari ha voluto riprendere “il tesoro” di famiglia investendo qui quanto prodotto nell’altra attività. E’ solo un ritorno alle origini insomma, convinto del valore e delle potenzialità di questo territorio.

Si sale da Gambellara, in provincia di Vicenza, su per le colline del Monte San Marco e si arriva in una piccola corte davanti ad una casetta ben tenuta, con una poiana che ti sorvola la testa, salvo poi, piano piano, accorgersi che c’è dell’altro nei cinque ettari recuperati all’abbandono. La passione per il vino, di un industriale del settore della trasformazione delle pelli, fa nascere questa azienda nel 2012 e poi la cantina nel 2013, non con l’arroganza di chi può, ma con l’umiltà di chi vuole fare bene veramente. La relazione con il mondo del vino della famiglia Ferrari è antica, ci sono tracce che risalgono al 1400 e, poi, via via, negli anni notizie di vigneti nei documenti e nelle vecchie foto. Gianluca Ferrari ha voluto riprendere “il tesoro” di famiglia investendo qui quanto prodotto nell’altra attività. E’ solo un ritorno alle origini insomma, convinto del valore e delle potenzialità di questo territorio.

La prima annata è uscita a Natale 2016, un po’ come una natività, delle vendemmie 2012 e 2013. Esclusivamente spumanti metodo classico, per ora, dal nome evocativo “Cortenera, da uve durella e garganega e poi tanta attesa, per il Durello minimo 36 mesi. Le etichette sono tre: bianca, verde e marron, assaggiati tutti e tre (e prima ancora le vasche dell’annata). Utilizzo molto attento della feccia nobile, batonage fino a febbraio, limitato l’utilizzo del legno, residui zuccherini minimi. L’etichetta bianca è un extra brut del 2013, che esprime bene la florealità delle garganega (a cui si aggiunge un 10% di durella), vigneto Campo del Topia, dritto e teso in bocca, nonostante i suoi 36 mesi e ne avrà ancora per un bel po’ di evoluzione. Poi l’etichetta marron della cuveé Ginevra extra brut 2012, dedicata alla figlia di Gianluca, da pergoletta trentina di garganega, viti di 30 anni in Campo del Prete, 40 mesi di affinamento che gli fanno proprio bene, invitante al naso, dominante la nota citrinica, più scontroso in bocca, tanta personalità. E poi, infine, l’etichetta verde, indimenticabile, un extra brut 2012, 50 mesi di attesa sui lieviti, per il durello dal perlage finissimo che tiene la freschezza anche nel tempo, complesso senza esagerare nell’insieme tropicale, armonico, raffinato, inconfondibili le caratteristiche dell’uva da vigne di oltre 30 anni del Campo del Ferrari. Sarà interessante ricontrarlo fra cinque/sei anni, ma già ci dice tanto della potenzialità di questo metodo classico.

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