PERSONE&STORIE

MATILDE POGGI – Carisma, determinazione ed eleganza di una vignaiola molto intraprendente

Raccontare una donna del mondo del vino? Il pensiero è andato immediatamente a Matilde Poggi, anche se, conoscendone tante in gamba, sarebbe stato facile individuarne altre: sarà perché negli ultimi tempi l’ho sentita e incontrata per vari motivi, sarà perché ho appena assaggiato i suoi vini per le degustazioni della Guida Slowine, sarà perché la sua eleganza schiva, il suo sguardo delicato ma franco, ma soprattutto il ruolo che occupa oggi nel mondo del vino la rendono una persona estremamente interessante, insomma tanti motivi per scegliere proprio lei!
Abbiamo avuto come FISAR la fortuna di averla ospite nella tavola rotonda organizzata da FisarinRosa per il raduno nazionale in Valpolicella di quest’anno e il suo contributo è stato prezioso e concreto: un modello di donna produttrice ma anche impegnata in ruoli di rappresentanza che ci auguriamo possa essere sempre più di esempio nel mondo del vino.
Matilde Poggi, veronese di origine, produttrice di ottimi vini nella zona del Garda, Le Fraghe la sua azienda, è oggi una delle donne più influenti nel mondo del vino in Italia: settima nella lista di Wine Power List 2018, “i potenti del vino”, è presidente Fivi, Federazione italiana vignaioli indipendenti, associazione sempre più influente in Italia, presente alla Camera e al Senato e punto di riferimento per il Mipaaf. Matilde è anche vice-presidente Cevi-Confederazione europea vignaioli indipendenti, dove porta le istanze dei vignaioli italiani per incidere di più a livello europeo.

Prima di tutto una lunga esperienza come vignaiola, ruolo assunto dal 1984, quando decise di prendere in mano l’azienda del padre, nell’area DOC Bardolino: trent’anni durante i quali ha lavorato soprattutto per la valorizzazione delle uve autoctone, Corvina, Rondinella e Garganega, creando vini dalla forte personalità, espressione autentica del territorio in cui sono prodotti. Le Fraghe si sviluppano su 30 ettari di vigneto biologico, con possibilità di fermarsi anche in un delizioso agriturismo: i vigneti si trovano nel raggio di un paio di chilometri intorno alla casa padronale, nei comuni di Montalto, Rivoli e Affi e sono tenuti con cura e passione, tanto da riconoscerle da anni, dalla Guida Slowine, la chiocciola, assegnata appunto alle cantine che interpretano al meglio i valori di Slowfood, sia in vigna che nei vini prodotti.
I vini hanno carattere come lei, serietà e leggerezza, migliorano negli anni, di grande bevibilità, pensati per essere abbinati ai cibi di ogni giorno: il Bardolino Le Fraghe, sempre gustoso e fine con le spezie in evidenza, intrigante il Bardolino Chiaretto Ròdon dalla beva piacevolissima, la Garganega Camporengo che cresce nel tempo, sapido e con tanta polpa, solo per citarne alcuni.
Ma chi è veramente Matilde Poggi? L’ho chiesto ad alcuni amici fidati, che la conoscono molto bene, per diversi motivi e occasioni: non c’è miglior processo conoscitivo che chiedere agli altri cosa pensano di te!
Luca Ferraro, il vignaiolo social di Bele Casel, scarpe grosse e cervello fino, la conosce molto bene perché è presente nel consiglio nazionale di FIVI e affianca Matilde in diverse occasioni: “Matilde lavora tantissimo per Fivi, anche trascurando a volte la sua azienda, va nei diversi contesti e poi ci racconta tutto, ascolta i nostri pareri, non decide mai da sola, condivide, la sua cosa più bella è che non si impone mai sugli altri, con umiltà, ma quando dice una parola è sempre quella giusta” e prosegue con un esempio di quando di recente sono stati alla CEVI a Bruxelles “anche a livello europeo quando parla lei tutti l’ascoltano, è schiva, ma se deve spingere il piede sull’acceleratore, lo spinge fino in fondo!”
Ho poi chiesto a Jacopo Cossater, editor di Intravino e acuto degustatore, da quest’anno anche collaboratore di Slowine che, in questa veste, l’ha incontrata pochi giorni fa in azienda da lei: “Visitare Le Fraghe è stato per certi versi illuminante” esordisce Jacopo, “dopo anni di assaggi dei vini di Matilde Poggi (a casa, al ristorante, alle manifestazioni più diverse) sono finalmente riuscito a cogliere il senso del Bardolino più autentico: un vino straordinariamente espressivo, fresco e profondo al tempo stesso. Le stesse peculiarità che ho ritrovato in Matilde, donna curiosa e coraggiosa che negli anni non ha mai esitato nel farsi carico delle idee in cui credeva” e conclude dicendomi “Per il sottoscritto, Matilde è una stella polare nel panorama dei vignaioli e non solo del veronese”.
Infine le parole di un’altra donna del vino, Desirèe Pascon Bellese, vignaiola FIVI, presidente della neonata Associazione dei Vignaioli FIVI Trevigiani che mi dice “Una donna nel mondo del vino non è una posizione sempre facile: eppure Matilde è una delle persone più influenti nel mondo del vitivinicolo, averla conosciuta di persona me l’ha fatta conoscere meglio, pugno d’acciaio in guanto di velluto, ferma e decisa ma gentile e affabile nello stesso tempo. Intelligenza e ponderatezza al servizio di un gruppo di vignaioli che hanno trovato in lei un punto di riferimento.”
Insomma, emerge un profilo di una donna di grande carisma, appassionata e determinata, che lavora molto anche per gli altri: ma Matilde Poggi cosa ci racconta di sé?
Quanto sei soddisfatta di questi due ruoli della tua vita professionale? Quello di vignaiola e quello di rappresentanza di un’importante associazione come la Fivi?
Le soddisfazioni sono tante, per la mia attività, essere riuscita a creare Le Fraghe partendo dall’inizio, un’azienda giovane quindi, e aver realizzato i vini che volevo, prima immaginati e poi sviluppati: non dovrei essere io a dirlo, ma credo che per il Bardolino siamo diventati un punto di riferimento. Per FIVI la crescita in cinque anni sia quantitativa, siamo passati da 600 soci a 1200, e l’autorevolezza che abbiamo conseguito, la riconoscibilità sul mercato ma anche nelle istituzioni che adesso, a fronte di nuovi provvedimenti, ci cercano e ci chiedono cosa ne pensiamo
Quali sono i tuoi progetti per il futuro sempre in questi due ruoli? Hai un sogno nel cassetto come si suol dire?
Mi piacerebbe molto una posizione forte italiana sull’agricoltura sostenibile, noi vignaioli dipendiamo dalla terra, dovremmo essere più presenti nelle decisioni sull’utilizzo dei territori a livello delle scelte prese nei Comuni
So che hai tre figlie: cosa cerchi di trasferire loro come donna, dalla tua esperienza di vita e professionale?
Innanzitutto mi interrogo molto, gli impegni mi hanno portato spesso lontano e ho peccato qualche volta in presenza, ma cerco sempre di sostenerle nello loro idee, le lascio libere di fare (nessuna, ad esempio, ha studiato enologia…) di stimolarle a fare quello in cui credono, di andare avanti nonostante le difficoltà. E’ anche per questo che ci piace molto camminare in montagna, fare fatica per poi goderci il risultato.
Che dire? Ne esce un quadro molto interessante, un modello di riferimento un po’ per tutti, come dice Desireè Pascon Bellese “Una sorta di paladina che ambisce, un po’ come tutti noi vignaioli a ristabilire un po’ di equilibrio nel mondo del vino, con la stessa determinazione di una principessa Leila”. I modelli positivi sono sempre interessanti, soprattutto per le nuove generazioni, e vanno fatti conoscere, questo articolo ha un po’ questo intento. Vorrei chiudere comunque con un’immagine di Matilde che mi ha fatto molto sorridere: se andate a qualche manifestazione, tipo il Mercato dei Vini Fivi non è detto che troverete Matilde sempre al suo banchetto, molto più facile trovarla da altri produttori, con un bicchiere di vino in mano, curiosa di conoscere quello che fanno gli altri, di ascoltarli e di tornare a casa con tante idee nella testa!

ARTICOLO REDATTO PER LA RIVISTA IL SOMMELIER

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