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High Hopes, High Wines: a rock tasting wine for Bruce Springsteen

Come nasce questa degustazione?  Da una grande doppia passione. Bruce Springsteen fa parte della mia vita da una vita. Il vino pure.

La prima volta che ho ascoltato un brano di Bruce era il 1981, da un jukebox a Pieve di Soligo e fu amore a primo udito….una lunga storia di passione con il primissimo concerto nel 1985 a San Siro, un concerto mitico per tutti, per chi c’era e chi non c’era.

In seguito tante altre volte perché l’essenza del Boss è legata soprattutto ai concerti, dove non si risparmia, dove la sfida è sempre a chi si stanca prima (o non si stanca mai) fra lui e il pubblico. Sono quattro ore di concerto, più o meno, che ti rimangono attaccate alla pelle per giorni, che continuano a sudarti addosso per notti intere, riprodurre anche un minimo dell’atmosfera dei concerti in una degustazione, questa la sfida.

Bruce è storia del rock ma anche una persona di grande impegno sociale, politico, umano, dedicargli una degustazione nell’anno dei suoi 70 anni è un omaggio che sono contenta di aver organizzato, non era facile, un’opera immensa, scegliere i 7 brani è stato molto più difficile che scegliere i vini.

Ero un po’ intimorita rispetto all’esito della degustazione perché ricreare contesti di ascolto e assaggio di vini non è semplice per avere un effetto coinvolgente e che non deluda nessuno, soprattutto i fan del Boss che sicuramente avrebbero partecipato.

Qualche settimana fa, quando è uscito in anteprima il film di Western Stars, Bruce disse: “Sapete, scrivo libri, opere teatrali per Broadway, e ho anche fatto un film. Adesso proverò a fare l’astronauta, vi farò sapere come andrà. Sono stato fortunato, (…) sto arrivando a quell’età in cui – per certi versi – stai riassumendo molto di ciò che hai imparato da quella che è stata la tua vita. Ho fatto un sacco di roba negli ultimi cinque anni, sentendomi davvero ispirato e creativo. Ho fatto cose che non avevo mai fatto prima. Mi sento molto fortunato per aver fatto tutto ciò, perché non lo sai mai…

Ecco io mi sento molto fortunata nella vita ad aver vissuto tanto, fatto tante cose interessanti, con una famiglia affettuosa e disordinata, e sono felice che, in molti momenti della mia vita, soprattutto quelli più difficili, ma anche quelli gioiosi, il Boss ci sia sempre stato.

Con me in questa serata un compagno di viaggio degli ultimi anni, sia del vino sia del rock, Gianpi, al secolo Gianpaolo Giacobbo che sta al vino come al rock: in una serata così impegnativa una spalla sicura su cui contare, un blood brothers, insomma.  Quando gliene ho parlato mi ha detto subito si e proposto di usare i dischi, si quelli in vinile, per avere il suono della nostra gioventù, un suono più graffiante, il suono del futuro del rock’n’roll.

Io e Gianpi in consolle

Scegliere i vini è stato più giocoso, ma mica tanto, nel percorso di individuazione tante scoperte di produttori appassionati del Boss, c’è materiale sicuramente per un’altra degustazione.

Appena ho lanciato l’idea la prima sorpresa, una richiesta da parte dei ragazzi di Terre Grosse, cantina di Zenson di Piave, con un messaggio “Possiamo organizzarla da noi, ci piacerebbe tanto, siamo appassionati di Springsteen…” Come fai a dirgli di no? E quindi vai con la tavolata lunga apparecchiata a stelle e strisce fra le vasche d’acciaio e il profumo del mosto.

La degustazione

Arrivano le persone in un caldo sabato di fine ottobre, alcuni fan di Bruce, alcuni più per curiosità e appassionati di vino, tutto pronto in consolle salvo qualche problemino con l’audio che ci regala un avvio a volume basso che non è proprio una gran partenza!

Ma andiamo con ordine: il Grapariol di Terre Grosse ci accoglie e ci dà una prima vibrazione di acidità e abbrivio di questo vino da rabosina bianca che è un bell’inizio graffiante, proprio da apertura live!

Segue la scaletta della serata.

ROSALITA (Come out tonight) – MARIAROSA Ca’ dei Zago

Due donne, un grande inizio anche se a toni bassi

Rosalita è il primo brano di Bruce che ho imparato a memoria, tradotto nei miei appunti di ragazza, è uno dei pezzi più suonati nei concerti, di solito in chiusura, spesso nei bis.

Molto evocativo, pubblicato nel 1975, all’interno dell’album “The Wild, the Innocent & the E Street Shuffle”: Rosalita è una delle tante figure femminili, dolci e disperate, che popolano l’universo springsteeniano. una delle tante donne che Bruce carica di significati autobiografici. Qui, la sua “Rosie”, vive l’oppressione di una famiglia che le toglie ogni spazio di libertà. È un perfetto “interno” di famiglia americana. 

“So che non piaccio a tua madre, perché suono in una rock’n’roll band, e so che non piaccio a tuo padre, che non mi ha mai capito”, canta Springsteen…, “E tuo padre dice di sapere che io non ho soldi. Digli che questa è l’ultima occasione perché sua figlia possa avere una storia d’amore. Perché la casa discografica, Rosie, mi ha appena dato un grosso anticipo”.

La trama di Rosalita è semplice: un musicista rock pieno di speranze cerca di convincere la sua fidanzata a fuggire con lui, e com’è tradizione nel rock’n’roll – ecco spuntare i genitori di lei che disapprovano: la madre, che non apprezza il cantante perché pensa sia un criminale, e  il padre, che “non capisce” e mette sotto chiave la figlia.

Il cantante vuole essere il suo salvatore ma non ne vuol sapere di scalare la finestra perché “le finestre sono per gli imbroglioni e i ladri, i vincitori usano le porte” e vuole che esca con lui mano nella mano, un Bruce romantico e che vuole essere accettato così come è, cosa che ha fatto per tutta la sua vita. L’orgoglio  per avere avuto il suo primo contratto dalla casa discografica come riscatto sociale, che si libera nell’urlo nel finale del brano accompagnato dal ritornello.

Mariarosa è l’altra donna a cui un vignaiolo dall’anima più punk che rock, ma che non disdegna brani intimi con i suoi vini: Christian Zago il vignaiolo borgognone del prosecco colfondo. Un nuovo vino questo Mariarosa 2018 col fondo, proveniente dal cru da cui prende il nome, la zia che lo ha sostenuto e incoraggiato fin da bambino. E’ spumeggiante come un ritornello rock questo prosecco rifermentato in bottiglia, ma anche leggiadro come l’amore dei due giovani di Rosalita. L’ho visto gorgogliare di esuberanza il Mariarosa, ma ha grandi prospettive per la storia del vino più rock di Valdobbiadene.

LIFE IT SELF  e I’M GOIN’ DOWN – BRUTSPRINTSTIN Vittorio Graziano

Facciamo un salto di anni nella biografia musicale del Boss: non è facile trovarne, ma con questo brano si accenna di vino, sicuramente non uno dei pezzi più famosi, un album intermedio, ma il riferimento al vino è ben presente, un testo molto bello, forse la lirica non entusiasmante, ma va bene così… “Working on a dream” non è un capolavoro, non è questo l’album con cui sarà ricordato come miglior rocker vivente, ma ci regala alcune canzoni intime, suonate però con la E Street Band, fra le quali questo brano che proponiamo finalmente a volume giusto

“Ci incontrammo giù nella valle
dove scorreva il vino dell’amore e della distruzione
là in quella curva di oscurità
dove crescono i fiori della tentazione
ho lasciato il resto per gli altri
eri tu e nient’altro
mi sembri così buona piccola
buona quanto la vita stessa

Tu eri la vita stessa, a scorrere su di me
la vita stessa, il vento tra gli olmi neri
la vita stessa, nel tuo cuore e nei tuoi occhi
non posso farlo senza di te

Sapevo che eri nei guai
chiunque lo poteva dire
trascinavi il tuo piccolo libro nero
dal quale cadevano tutti i tuoi segreti
avevi dissipato tutte le tue ricchezze
la tua bellezza e le proprietà
come se non ne avessi avuto nessun uso ulteriore
che per la vita stessa

Tu eri la vita stessa, a scorrere su di me
la vita stessa, il vento tra gli olmi neri
la vita stessa, nel tuo cuore e nei tuoi occhi
non posso farlo senza di te

Perché le cose di cui facciamo più tesoro
scivolano via col tempo
finché ci facciamo sordi alla musica
ciechi alla bellezza di Dio?
Perché le cose che ci uniscono
ci spingono lentamente da parte
finché ci stacchiamo nella nostra stessa oscurità
degli estranei ai nostri stessi cuori?

E alla vita stessa, che scorre su di me
la vita stessa, il vento tra gli olmi neri
la vita stessa, nel tuo cuore e nei tuoi occhi
non posso farlo senza di te

Così ecco l’ultimo bicchiere
uno alla tua salute
e alla vita stessa
, che scorre su di me
la vita stessa, il vento tra gli olmi neri
la vita stessa, nel tuo cuore e nei tuoi occhi
non posso farlo senza di te

La vita stessa, la vita stessa
la vita stessa, la vita stessa”.

Gli ospiti sono ancora un po’ freddini, sento che non si scaldano ma seguono con interesse: il vino abbinato è una chicca, dedicato al Boss da un vignaiolo che ama il genere tanto da dedicargli un suo vino, il “Brutsprintstin”, un metodo ancestrale che ha trovato il proprio nome dopo un concerto di Bruce Springsteen a Trieste!

Uno spumante unico, che ho trovato per un caso fortuito ma si vede che era destino: Vittorio Graziano è un vignaiolo da rock decadente, dall’anima anarchica tipica della sua terra, uno che i vini “naturali” li ha sempre fatti, vini che sono specchio dell’anima in questo caso.

Questo spumante è vita stessa come il brano che accompagna, composto da circa dieci vitigni fra cui il trebbiano modenese e alcuni assolutamente ignoti, un giusto residuo zuccherino per darne piacevolezza di beva, profuma di senape e zafferano, con qualche nota di cedro, finisce presto e ne berresti per tutta la vita.

Cambio di passo: Gianpi è riuscito a trovare un’edizione rara di I’M GOIN’ DOWN, in 45 giri che riesce a far girare sul piatto anche senza adattatore e, tutto cambia, il crescendo di questo brano, sparato a tutto volume, fa battere le mani, si comincia a cantare e l’atmosfera si incendia: pubblicato nel 1985 come estratto dall’album Born in the USA è forse uno dei brani più belli dell’intero repertorio di Springsteen. Uno di quelli più suonati nei concerti e fa accendere le stelline negli occhi dei presenti…

Il magico 45 giri

Ci troviamo di fronte ad una delle tante spettacolari contraddizione tra musica e contenuti nei brani del Boss: la musica ha un ritmo energico, deciso e quasi allegro; il testo invece non esprime allegria ma sofferenza. L’abbiamo scelto perché è il pezzo giusto da ascoltare quando sei un po’ giù ma vuoi tirarti su, un po’ come per un buon bicchiere di vino: coinvolgente la chitarra iniziale quasi rabbiosa, stemperata dalle note del piano che infonde calma, per poi tornare al rullante della batteria con verve e con un assolo del sax di Clemons da brividi!

La magia a questo punto si realizza e la cantina si trasforma in stadio…il Brutsprintstin nei bicchieri vola via e sento la felicità esplodere!

WESTERN STARS – NOSIOLA 2017 Fanti

Siamo pronti per l’album della maturità, il regalo che Bruce ci ha fatto quest’anno con WESTERN STARS, un anno magico questo per tutti noi fan, dopo l’esperienza mistica di Broadway dell’anno scorso: l’uscita dell’album, del docufilm, il film imminente, insomma c’è tanto da festeggiare in questi 70 anni.

Di Western Star, album orchestrale, magico, dalle bellissime atmosfere, proponiamo il brano omonimo, sempre in vinile, un pezzo incredibilmente bello e, per omaggiare un “vecchio” del vino abbiamo scelto la Nosiola 2017 di Giuseppe Fanti, 90 anni, vignaiolo dell’anno nel 2019 per la FIVI, il primo ad imbottigliare la nosiola in purezza. Premiato come vino Slow quest’anno, esprime grazia ma anche forza, pudico ma fermo, sentori di pesca che virano verso la nocciola nel finale, di una piacevolezza vivida e luminosa, proprio come il brano che accompagna.

I partecipanti cominciano a narrare anche storie personali legate ai concerti di Bruce o altre esperienze, ma complice anche il quarto vino il freddolino della sera che avanza non si sente.

SPIRIT IN THE NIGHT – ELDA 2015 Nusserhof

Facciamo un salto indietro nel tempo per proporre SPIRIT IN THE NIGHT dove di nuovo troviamo un accenno al vino

“Crazy Janey e il suo uomo della missione
erano dentro al vicolo mano nella mano
poi arrivarono Wild Billy con il suo amico G-man
tutti tirati per il sabato sera
Billy spinse di colpo il pedale del freno e chiese
Qualcuno vuole andare su a Grasy Lake?
E’ a circa un miglio lungo la parte buia della strada 88
ho una bottiglia di vino rosè così possiamo scolarcela
prenderemo a bordo Hazy Davy e Killer Joe
e vi porterò tutti là dove vanno gli angeli zingari
sembrano fatti di luce
e danzano come spiriti nella notte (tutta la notte)
nella notte (tutta la notte)
oh, non sapete cosa possono farvi
spiriti nella notte (tutta la notte)
nella notte (tutta la notte)
alzatevi in piedi ora e lasciate che vi attraversino

Spirit in the Night fu una delle ultime canzoni che Bruce Springsteen compose per l’album Greetings from Asbury Park NJ,  si discosta significativamente dalle atmosfere vagamente folk dei brani dell’album, avvicinandosi di più al rhythm and blues. Ritroviamo i personaggi tipici della narrativa springsteniana di Rosalita, l’avventura di un gruppo di ragazzi che si recano ad un immaginario lago, mescolando riferimenti autobiografici ad altri fantasiosi.  Spirit in the Night è anche una delle primissime canzoni di Springsteen in cui il tema delle “cars & girls” diventerà poi ricorrente, il viaggio in automobile di due innamorati in fuga dalla realtà quotidiana. Il brano è uno dei momenti tipici dei concerti di Springsteen, eseguita a volte anche in versione acustica, anzi, a volte, nei concerti Bruce la utilizza per immergersi nel pubblico sottostante il palco!

Memorabilie

Sono sicura che Bruce apprezzerebbe il vino “rosè” abbinato: non proprio un rosato classico, ma un vino vibrante che mi è rimasto in mente dopo il primo assaggio come un pezzo sempre ascoltato e ho pensato subito di abbinarlo a questo brano.

Elda 2015 di Nusserhof , una schiava gentile in purezza, è dedicato a tutte quelle “girls” che non si sono fatte incantare dai ragazzotti con le auto ma che hanno saputo tenergli testa, anche nella notte. Elda è sorprendente, stupisce al primo sorso, almeno a me è successo così e non la scordi più. Non ha paragoni, originale, vitale, appagante come una corsa in auto nelle sere d’estate, ha un allungo incredibile che danza con gli spiriti della notte.

BORN TO RUN – ERBALUCE LE CHIUSURE 2017 Favaro

Non poteva mancare “Born to run” in questa prima degustazione, per me è claim di vita, la mia, sempre di corsa, poche cose mi commuovono come ascoltare questa canzone che abbiamo proposto in versione acustica, sempre in vinile, un bootleg del concerto di Roma del 1988, regalo di mio marito per il mio ultimo compleanno. Di questo brano Bruce ci racconta fra l’altro “volevo fare un disco che sembrasse l’ultimo della Terra, l’ultimo disco che potresti ascoltare… l’ultimo che avrai mai bisogno di ascoltare. Volevo scrivere una canzone non su qualcosa ma su tutto“. Ovviamente quelli che la conoscono a memoria la cantano, sguardi che si incrociano complici e anche chi, con il Boss non ha una gran familiarità, comincia a sciogliersi e partecipa.

Non avevo dubbi.

A questo brano ho abbinato l’Erbaluce di Caluso Le Chiusure 2017 di Favaro: Camillo ne ha mandate tre bottiglie di più non poteva perché sono le ultime, ne avevo una casa e per sicurezza l’ho portata. Camillo Favaro oltre ad essere un produttore attento di vino, ottimo comunicatore, suggerisce musica come pochi, proponendola in immagini e parole evocative che colpiscono e, spesso, queste immagini e suoni escono da brani di Springsteen, che ama molto.

Ogni tanto, nel giretto mattutino sui social, capita di imbattersi in un suo post con brano annesso: non c’è modo migliore per iniziare una giornata lavorativa sulla scia di note, ricordi e istanti fotografici che ti propongono la bellezza della saga del rocker del New Jersey.  Non potevo non dedicare un brano a Camillo, grazie.

L’Erbaluce è in ottima forma, vitale e in corsa, accende il gusto di salso e di gesso, al naso in modo intenso, in bocca più sottile e raffinato, sicuramente regge il confronto con il brano: un vino da vagabondi per poi tornare a casa.

HIGH HOPES – BARBERA VIGNOTA 2016 Conterno Fantino

Alziamo di nuovo il ritmo con la canzone che dà l’ispirazione al titolo di questa degustazione, sul piatto High Hopes, un brano incalzante, positivo, sul quale di nuovo si balla e si battono le mani: io e Gianpi abbiamo pensato che se Bruce fosse un vino sarebbe una barbera, tesa e sempre rock ma capace di invecchiare senza recriminazione e tante pretese, senza mai perdere l’anima rock e, se barbera deve essere, ci piace proporre quella di un grande vecchio del vino, che a 90 anni si diverte ancora a farlo.

La Barbera di Conterno Fantino 2016 mantiene più di quanto promette, è generosa, positiva come il brano che accompagna, fa pensare a cose belle e apre speranze per il futuro di questo vino, incalzante, gradevole esprime tutte le note di un brano di qualità: a Bruce piacerebbe molto!

THE GHOST OF TOM JOAD – CIRO’ 2015 A’ Vita

Arriviamo verso le note conclusive della serata: THE GHOST OF TOM JOAD è un brano intenso e difficile, dove la canzone si fa poesia, poesia di impegno sociale, Bruce si avvale di una figura come quella di Joad per rappresentare tutte le ingiustizie che milioni di persone vivono ogni giorno. Il fantasma di Tom Joad rappresenta una comunità unita contro gli abusi di potere delle forze dell’ordine, la corruzione economica e lo sfruttamento: “The highway is alive tonight” un po’ il simbolo della beat generation, la mitica Route 66 che si snoda davanti a noi come in un film.

Reduce da tanti successi, fra cui un oscar con “The streets of Philadelphia”, Springsteen sorprende tutti con questo disco inciso praticamente da solo, voce, chitarra, ogni tanto compare qualche membro della E Street Band, Danny Federici, Garry Tallent, la moglie Patti Scialfa: racconta storie di depressione, di emarginazione. Il titolo cita direttamente “Furore” di John Steinbeck e il suo protagonista, i brani parlano di migranti, di fabbriche che chiudono mandando in rovina città, vite e famiglie. Ne scaturisce un capolavoro, sicuramente uno dei suoi migliori lavori.

Temi attuali e non è un caso che il pezzo sia tratto dalla registrazione di Roma al Circo Massimo del concerto del 2016 dove Bruce canta questo brano perché riceve una lettera, inviata dal presidente di Folias, una cooperativa sociale di Roma, Salvatore Costantino che gli chiede di dedicare il pezzo ai lavoratori sociali della città, quelli sani, quelli che per quattro soldi dedicano con impegno la loro professione agli altri, durante il concerto scatta la magia:

Ho avuto una richiesta dagli operatori sociali italiani sempre in prima linea per i lavoratori. Questa è per loro!”.

In un post della Cooperativa Folias si legge: “Poche parole quasi sussurrate e Bruce attacca in acustico chitarra ed armonica la magnifica “The Ghost of Tom Joad” in un Circo Massimo ammutolito dalla bellezza.
Noi increduli, iniziamo a piangere e ad abbracciarci. Dopo tante amarezze finalmente una carezza ed una coccola per le nostre anime che non hanno rinunciato a sognare in un mondo migliore. La nostra lettera è arrivata a destinazione! Il Boss l’ha letta e l’ha sentita vera.
La sua dedica resterà per sempre nei nostri cuori. Siamo emozionati e grati di questo tributo che dimostra che la musica sa contenere insieme la vita vera, le fatiche quotidiane ma anche i sogni. Una lettera piccola che si è infilata nell’ingranaggio micidiale dell’industria dello spettacolo e che ha saputo resistere e vivere di luce propria.
Un po’ come noi, inguaribili sognatori ”we are fucking hard to die”.

https://www.folias.it/site/bruce-springsteen-risponde-alla-nostra-richiesta-circo-massimo/

Salvatore, detto Sasà, ha dedicato un bel po’ di fatica sotto il palco di tanti concerti di Bruce e condividiamo spesso, assieme, questa passione da amici fraterni e colleghi. Un altro blood brothers.

La lettera inviata a Bruce

Mi piace chiudere così con il crescendo del pathos tra i presenti in estasi: in omaggio a Sasà, di origini calabresi, il vino che chiude questa indimenticabile serata di vino e musica, è un Cirò Classico Superiore di A’ Vita una piccola rivoluzionaria realtà che lavora seguendo i ritmi di natura, un profumo fresco di arancia rossa per poi esprimersi grintoso in un crescendo di speziature ma sempre dalla beva facile: questo piccolo capolavoro di vino rosso accompagna alla grande il crescendo di un pezzo che commuove, che incanta come in un sogno “The highway is alive tonight / but where it’s headed everybody knows / I’m sittin’ down here in the campfire light / waitin’ on the ghost of Tom Joad.”

Perché alla fine, tutti noi abbiamo delle speranze e siamo in attesa di un Tom che non si arrende, che crede si possa fare qualcosa di buono in questo mondo, magari tutti assieme.

I vini della serata

Questo articolo è dedicato alla mia blood sister Mariagrazia, astemia, ma presente alla degustazione per tutto il tempo fuori dalla cantina con indosso la maglietta originale del concerto del 1985 a San Siro

La degustazione, oltre che a tutti i fans del Boss, era dedicata al mio consorte che da 26 anni sopporta che io ami non segretamente un altro di nome Bruce

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