WINE&FOOD

Emozioni 2019 versione Col Fondo

Fine anno è tempo di bilanci o di classifiche, oppure di raccolta di immagini significative: scorrendo la gallery delle foto sul cellulare si può fare un viaggio veloce nell’anno trascorso e giocare a creare gruppi di ricordi.

Me ne sono venuti in mente due o tre: quello delle donne che ho incontrato e che hanno segnato in positivo l’anno, oppure i dieci posti più interessanti visitati o scoperti nel 2019. Uno dei gruppi ha ovviamente a che fare con il vino, facile sarebbe “i dieci vini che ho apprezzato di più nel 2019”, ma uno spunto me lo ha dato un giornalista che mi ha chiesto “Quale Colfondo ti ha emozionato di più nel 2019?”.

Ho risposto prontamente ma la domanda ha fatto scattare alcuni ricordi e riflessioni ed eccomi qua a scriverne.

Ci sono tanti motivi che, da tempo, mi fanno seguire questo mondo specifico del prosecco rifermentato in bottiglia: una lunga storia ormai di quasi dieci anni di interesse, la conoscenza e amicizia con alcuni produttori, che ho visto crescere, sia in bravura nel fare questi vini, sia di età anagrafica e di coscienza, diventati padri nel frattempo, cresciuti in esperienza, in spazi produttivi, in superfici di vigneto dedicato. Un vino che ha sempre qualcosa da raccontare, nel bene e nel difficile dell’annata, un vino che crea un’attesa di sorpresa degustativa ogni volta che ne apri una bottiglia, un vino che esprime le diversità territoriali come pochi altri, anche da collina a collina. Un vino della cultura enologica di questi luoghi.

La collaborazione con Slow Wine ha contribuito a sentirmi partecipe di quanto avviene fra queste colline e seguirne passo passo, in questi anni, le evoluzioni, le piccole sfumature, le preoccupazioni e le gioie di produttori e produttrici, oltre a godere di tante bevute, anche di vecchie annate.

Dal torbido interlocutorio che va spiegato così come, a volte, i profumi infantili discutibili, alle magnifiche bottiglie degli ultimi anni, sia nelle vecchie annate, sia nelle nuove, così immediatamente godibili, il Colfondo richiede approfondimenti. Altro che prodotto da prezzo come qualcuno pensava dieci anni fa (e come qualcuno continua purtroppo a fare): la capacità di questo vino, ampiamente dimostrata, di restare godibile nel tempo, ma anche i grandi rischi assunti e gli investimenti necessari nel lasciare, li ferme, le bottiglie a dargli tempo, la fatica di produrlo sulle colline a volte quasi impossibili, ci dicono di un prodotto che ha valore e può dimostrarlo con scelte ben precise.

Ma torniamo alla domanda istigatrice, “Quale Colfondo mi ha emozionato nel 2019?”, eccoli qui.

Giovanin Bianco Frizzante 2016 di Frozza, la mia risposta al giornalista, e sono sicura che posso metterlo in cima all’emozione senza deludere nessuno, anzi trovando tanti sostenitori: assaggiato più volte, sia in degustazione che al ristorante, mi ha convinto ed entusiasmato. Ha addirittura convinto anche i “piemontesi” più reticenti che all’unanimità, assieme al gruppo dei degustatori veneti, gli hanno assegnato il Vino Slow in Guida Slow Wine 2020. Prodotto con le uve della vendemmia di tre anni prima, selezionando i filari più belli, ne vengono prodotte solo mille bottiglie: è eleganza allo stato puro, ricchezza di sapori, sostanzioso e leggiadro allo stesso tempo, spicca una nota balsamica che rimane in memoria a lungo.

Col Fondo 2018, Nicos Brustolin, ha un unico difetto, le bottiglie finiscono così velocemente che devi averne almeno una seconda o una cassa, insomma, devi farne scorta. Piacevolezza e sorso facile bello teso, roccioso, ricorda la rugiada di primo mattino, fiori bianchi e pera, insomma Valdobbiadene al naso. Un prezzo giusto che gli fa valere il riconoscimento di Vino Quotidiano anche se Nicos Brustolin, vignaiolo avvocato, ha avuto l’odine preciso da me e da altri di aumentare il prezzo. Mi si dice che sulle colline bolognesi lo bevano anche i conigli. Andate a trovare Nicos (che è poco social, né facebook, né instagram) facendo attenzione a non inciampare in tricicli e biciclette, macchinine e bambole dei suoi adorabili figlioli e assaggiate anche l’ultimo vino, un sogno che sta per avverarsi, una Slavina Rossa…

Profondo 2010, Miotto: i due fratelli terribili , Andrea e Matteo, hanno dalla loro un’umiltà pazzesca che li rende grandissimi, fra i primi a credere nell’invecchiamento delle annate, possono regalarvi verticali interessanti che evolvono di anno in anno. Quest’anno l’emozione è stata nella notte dell’evento “Dalla Cima al Fondo”, in agosto, dove avevano portato una verticale, appunto, di Profondo, fra cui ho amato particolarmente il 2014,  sorprendente per evoluzione data l’annata, passando per un romantico 2013, ma soprattutto ritrovando un 2010 di rara bellezza per la tipologia, ancora espressivo e perfetto per una serata condita da stelle, risate e atmosfera magica

Rifermentato in bottiglia Vigneto Mariarosa 2018, Ca dei Zago emozione su emozione perché dello spumeggiante vino del cru Mariarosa, il vigneto della zia di Christian Zago, ho deciso di farne vino di apertura alla degustazione di ottobre scorso, legata a Bruce Springsteen, abbinandolo a Rosalita, un brano cult del Boss. Tanta materia in bocca che parla di una lunga vita futura, un agrumato birichino e di freschezza cristallina.

Fondo (come scritto sulla bottiglia vd. foto) 2004, Marchiori un assaggio rocambolesco, in piene degustazioni estive di Slow Wine, grazie a Silvia Parcianello, che direttamente dalla visita annuale ci porta da assaggiare questa meraviglia del tempo. Un giallo dorato luminoso che già dice tanto, per poi trovare in bocca una bollicina piena, morbida e setosa, è magnificamente sorprendente, tanta roba ancora vitale.

Colfondo Credamora Valdobbiadene DOCG 2017, Malibran  una certezza i prodotti del ragazzo di Susegana al secolo Maurizio Favrel, note fresche di melone bianco e mela verde croccante in contrasto con un’attacco di bocca soffice, gioca con sentori di erbe aromatiche che fanno pensare a sensazioni culinarie. Apprezzo tanto la bravura e l’umiltà di questo produttore che non sbaglia un colpo nel prosecco, anche charmant. Generoso sempre, mi emoziona per gentilezza e disponibilità

Colfondo 2012, Bele Casel, emozioni dal frigorifero di casa, lasciato li da un po’ di tempo e aperto con gli amici ad una cena, ha sempre qualcosa da raccontare, soprattutto ci dice di quanto diverso è Asolo, della consistenza materica, della sapidità, della frutta polposa che sostituisce le delicate note floreali della collina di Valdobbiadene. E soprattutto ci dice come i vini di questa tipologia di Luca Ferraro richiedano tempo per vibrare di stupore.

Col Fondo Gaiante 2018, Borgoluce vino che sorprende perché lo fa e bene una realtà aziendale impegnata in un progetto di grande respiro, dedita a cose belle in tanti campi, le bufale, le mozzarelle, i maiali e gli insaccati, la frasca e l’osteria, una nuova sala di degustazione da 10 e lode per fruibilità e impatto ambientale. Questa versione 2018 è molto tipica, piacevole, un vino sostanzioso, quasi solido, forse meno finezza di altri ma è semplicemente piaciuto, un Vino Quotidiano per Slow Wine e non solo.

Vitale Valdobbiadene DOCG 2018, Malga Ribelle ultima delle emozioni, quasi in chiusura di anno, una scoperta il rifermentato di Vitale Girardi, piccolissima realtà di Valdobbiadene, conosciuto di recente a San Donà di Piave grazie a “I Ribelli del vino”, un micro evento pensato da Daniele Valent di Osteria Al Ponte: una bella chiacchierata tra un assaggio e l’altro parlando di vacche, cicli vitali e formaggi di malga. Vitale di vini ne fa uno solo, il Col Fondo e ci si dedica anima e core. Una stilettata di freschezza, verticale, molto rock.

Chiudo, anche se la lista potrebbe essere più lunga, con il PSL ALWAYS sui Lieviti 2017 di Ida Agnoletti, unica produttrice in questa lista di soli uomini: assaggiato e riassaggiato ne ricordo il verde fresco, la menta e la salvia, piacevole, vibrante in bocca, sembra piccolo ma non lo è, pronto alla beva sempre, non ne ho assaggiato mai delle vecchie annate, devo chiedere ad Ida se è possibile…ma comunque, va bene così, always!

Brindo a un Buon 2020 a tutti voi di ricche bevute sui lieviti!

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