Articolo redatto per Slow Wine Scouting
Slow Wine Scouting – Masot Le Fiabe del Vino (Veneto)
VITA
Ci troviamo a Sarmede, il paese delle fiabe così come è conosciuto questo comune di borghi e di case in pietra adagiato alle pendici dell’Altopiano del Cansiglio, a nord di Conegliano, incastonato tra colline e prealpi: scoprendo questi borghi troverete il Museo di Stepan Zavrel, i dipinti murali sparsi nel territorio che l’artista iniziò a realizzare negli ultimi anni ’80 e, ogni anno, la mostra Internazionale d’Illustrazione per l’Infanzia Stepan Zavrel alla Casa della Fantasia che si svolge da ottobre a febbraio.
Qui, in mezzo a prati, boschi e vigneti, vive la famiglia Da Ros ed è sui terreni di famiglia che nel 2009 i fratelli Andrea e Daniele hanno deciso di fondare la loro azienda vitivinicola “Masot – Fiabe di vino” per legarsi ancor di più al paese in cui vivono e amano. L’attività fa tesoro degli insegnamenti di nonno Arturo che coltivava le vigne da conferitore e di quanto imparato da studenti alla scuola enologica “Cerletti” di Conegliano. Andrea consegue la Laurea in Enologia e fa poi diverse esperienze anche all’estero e in alcune aziende del mondo del Prosecco: il papà intraprese una strada diversa, ma Andrea e Daniele hanno deciso di riprendere la tradizione familiare scegliendo per la loro azienda un nome simbolico, “masot”, ovvero “piccolo proprietario terriero”, è infatti il soprannome storico dei Da Ros, sottolineando il legame con la terra. Ogni vino è una storia da raccontare e non potrebbe essere altrimenti nel paese delle fiabe!
VIGNE
I vigneti si trovano tutti nel Comune di Sarmede in diversi appezzamenti: due vigneti sono vicini alla cantina, fisicamente attiva dal 2018 anche se la produzione si avvia nel 2015, su dolci colline dall’orientamento favorevole, in conversione biologica.
Il panorama che si gode da due vigneti è veramente spettacolare, un areale aperto con vista fino alla pianura, e se si arriva verso il tramonto la luce inonda i vigneti in modo spettacolare: spazi ideali per camminate e trekking fra i vigneti, escursioni in bicicletta, e poi tornare in cantina per le degustazioni e gli assaggi anche dei prodotti tipici del territorio, come salumi e formaggi.
Attenzione esemplare per la tenuta dei vigneti dove si pratica il sovescio con numerose varietà fra cui cereali, leguminose, trifoglio, senape e altro ancora. Da poco viene praticata anche l’apicoltura in vigneto favorita dalla presenza del tarassaco, da scoprire, per la veduta incredibile “Artù”, lo storico vigneto di famiglia sito in alta collina, dal fondo marnoso e argilloso.
VINI
Oggi la produzione è di circa 3300 bottiglie fra cui alcune tipologie di spumante Prosecco, un vino rifermentato in bottiglia Col Fondo a base glera, due vini bianchi da vitigni autoctoni Boschera e uve Verdiso.
Si aggiungeranno presto i vini rossi, in fase di rivalutazione e ripresa produttiva importante, perché secondo Andrea non si possono abbandonare: prima annata di produzione nel 2018 per questa tipologia, che dal 2019 diventa Colli di Conegliano DOCG quindi cabernet sauvignon, cabernet franc e marzemino.
Tanta sperimentazione sulle varietà tipiche della boschera e del verdiso, ogni anno quota parte della produzione viene destinata a diverse tipologie di macerazioni: “abbiamo bisogno di capire come rispondono le viti e dove possiamo spingerci”.
Tre sono i vini che abbiamo assaggiato e tutti e tre ci sono piaciuti non poco!
Partiamo dallo spumante di Incrocio Manzoni 13.0.25 vinificato in rosa, un extra brut dalle nuances originali color pesca, brillante, intensa la nota di fragola fresca e confetto, fa macerazione a freddo per 24 ore e poi fermentazione spontanea, ottima beva nonostante i 5 grammi di zucchero, bella morbidezza per uno spumante veramente piacevole ed originale dal finale di melagrana, quasi un racconto fiabesco.
Siamo poi passati alla storia della Boschera, varietà interessante da rivalutare, recuperate un po’ di piante dai vecchi vigneti ne hanno piantato uno nuovo: si apre al naso con note di erbette aromatiche e al sorso le sensazioni balsamiche ci convincono, importante l’acidità e le note minerali dovute ai terreni argillosi ma dove affiora anche il calcareo.
Infine la favola del Col Fondo che ci ha incantato per stile produttivo, pulizia e piacevolezza: sfumature di pepe bianco e profumi di pera per una beva ricca e un gran finale, quello di “e sorseggiarono tutti felici e contenti”.