Una piccola verticale di grande delicatezza dalle Sorelle Bronca
Delico (infinito di travasare, inerente il lavoro del vino – delicum) è un uvaggio a prevalenza Manzoni Bianco, Colli di Conegliano DOCG, un vino bianco nel mondo della glera che ci racconta di un potenziale di diversità di questi luoghi. L’occasione di una mini verticale, qualche settimana fa, per un invito delle Sorelle Bronca (https://www.sorellebronca.com) al gruppo di Slow Wine Veneto.
I vigneti sono stati piantati nel 1993/94, a San Pietro di Feletto. Il primo anno di produzione il 1996, nei primi tempi i risultati sono molto deludenti, molte ossidazioni, pochi aromi e profumi, e qualche sberla da Luciano Ruggeri “non te lo comprerà mai nessun”
Venne richiesto allora il supporto del professor Versini insegnante a San Michele all’Adige, uno dei massimi esperti di grappa e vini aromatici, oggi scomparso, che dà delle indicazioni utili.
Fra queste è significativo il taglio delle radici superficiali per andare a pescare la mineralità, ci è voluto qualche anno, ma dal 2006 in avanti grandi soddisfazioni.
Da quando viene prodotto l’uvaggio è sempre lo stesso: una piccola parte di riesling italico (solo tre filari in vigneto), 25/30% pinot bianco e 60% di Incrocio Manzoni.
La vinificazione in malolattica, l’affinamento con barrique nuove che cedono subito il tannino, per una piccola parte, il restante, tutto in acciaio, pochissimo in barrique, deve servire solo a dare tannino, anche per poter mettere meno solforosa.
Le bottiglie prodotte sono quasi 4000, esce un anno dopo e si fa praticamente tutti gli anni. Le aziende che lo proponevano erano molte nel territorio, adesso sono rimaste in poche.

DEGUSTAZIONE
Delico, Colli di Conegliano DOCG, 2015
Un’annata calda, si percepisce la frutta esotica, un fiore molto esplosivo, quasi con note dolci, la mela golden molto netta. Sentori di ginestra, avvolgente, sfumato sul fondo l’idrocarburo, che pian piano emerge sempre più netto. Polposo al sorso, ancora sostenuto da una buona acidità e chiude fresco di frutta. Un vino bianco che se la gioca alla pari con i migliori grandi vini bianchi italiani. Delico si esprime via via ricco di tipicità ma decisamente prestigioso, tanto che il buon Bob Checchetto afferma “e se un vin da osteria e da tre stelle Michelin”
Delico, Colli di Conegliano DOCG, 2017
L’annata è stata calda ma in fine di stagione piovosa, importante defogliazione per mettere i grappoli al sole. Intrigante bouquet di profumi di frutta candita, cedro e bergamotto, cenni di vaniglia, sfumature di camomilla, note di tisane. In bocca è più sottile del precedente, elegante, esce poi molto godibile per freschezza, gustoso, raffinato, armonico, in perfetto equilibrio.
Delico, Colli di Conegliano DOCG, 2020
Una buona annata per l’ultima annata disponibile: emerge prepotente il riesling con tutte le sue caratteristiche, è un vino molto promettente, in bocca la freschezza degli agrumi segno di gioventù. Dona già soddisfazione questa versione che si amplifica a poco a poco nel bicchiere.
Il comun denominatore di questi tre vini è la delicatezza di beva che con il passare del tempo, si trasforma in complessità aromatica e gustativa, un vino fascinoso. Ci piace questo vino bianco, fermo, ottima alternativa alle più famose bollicine. Un vino che vi sorprenderà soprattutto nel passare del tempo.